Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Roma, 9 febbraio 2021
Letture:
Sap 3, 1-9
2 Cor 6, 4-10
Gv 12, 24-26
Cari Sacerdoti,
Cari Fratelli e Sorelle,
ho il cuore colmo di gioia per essere questa sera in mezzo a voi a presiedere la Solenne celebrazione, in occasione della festa liturgica del Beato Alozije (Luigi) Stepinac. Desidero ringraziare particolarmente don Marko Đurin, per l’invito fattomi a presiedere questa Santa Messa e ringrazio sentitamente ognuno dei presenti.
Sono rimasto molto affascinato dalla figura del Beato Stepinac, che la Chiesa propone al mondo come una figura luminosa di bene e modello di Santità da seguire. Siamo chiamati a diventare Santi e questo ben l’aveva capito il Cardinal Stepinac, che sin da bambino, ha percorso con serietà il cammino della fede cristiana. Fondamentale è stata per la sua vita l’essere nato e cresciuto in una famiglia da una fede semplice e robusta, dove ha appreso ad amare il Signore e a vivere tutta la Sua esistenza affidandola nelle mani di Dio e della Madonna. Guardando alla vita del Beato Luigi Stepinac, si intravede con chiarezza che fonda tutta la sua esistenza cristiana su tre pilastri: Crux, Hostia et Virgo: la Croce, l’Eucaristia e la Vergine Maria. Il cristiano che non pianta la sua vita su questi tre pilastri non regge all’irruenza del mondo odierno, che cerca in tutti i modi di convincerci che la vita è bella solo se si elimina la croce. Mentre nella vita del Beato Stepinac vediamo come la croce diventa un punto fermo di tutta la sua esistenza, anzi come Gesù, anche il Beato Cardinale vive tutta la sua esistenza tendendosi alla croce, abbracciandola fino al martirio. Ha donato tutta la sua esistenza, sino all’effusione del Sangue, per la fedeltà a Dio e alla Sua Chiesa. Non ha mai disprezzato la croce, anzi è diventata sua amica, sua compagna di viaggio, nella sua intensa vita cristiana. Il Beato Stepinac ha messo al centro della sua vita sacerdotale, la croce. Tutto per lui ruotava intorno alla croce di Cristo, che aveva un legame profondo con il Sacrificio dell’Eucarestia. Il giorno della sua ordinazione sacerdotale un fiore rosso era stato posto sulla tavola di ogni nuovo ordinato e il giovane Stepinac commentò quel gesto con tali parole: “il fiore rosso è il segno del martirio”. Desiderava ardentemente donare tutta la vita a nostro Signore Gesù Cristo, sino ad assimilarla alla sua passione sulla croce. Non è un caso che nel biglietto stampato in ricordo della sua ordinazione aveva scritto il versetto di S. Paolo: “Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6, 14). Vantarsi della croce di Gesù è stato il suo programma di vita, non solo sacerdotale ma anche umano e cristiano. Ha piantato tutta la sua vita nella croce di Gesù. Ogni celebrazione Eucaristica la viveva come memoriale del sacrificio di Gesù sulla croce. Per il beato Stepinac la Croce e l’Eucarestia erano intimamente connesse. In una lettera ad un Sacerdote, infatti, scriveva: “Il santo sacrificio della Messa è scuola e sorgente di una vita cattolica di sacrificio che promana dall’altare e rende milioni di gigli della Chiesa sacrifici viventi, santi e graditi a Dio”. L’Eucarestia inoltre è stata la fonte della sua forza di vita, soprattutto durante la prigionia e l’esilio, e dell’impegno pastorale, così come ci testimonia in una sua lettera: “I sacrifici sono il segno più sicuro dell’amore verso Dio, e finché portate in voi questo segno, cioè finché conducete una vita di sacrificio, sarete sulla buona strada. Il sacrificio però richiede energia. Da nessuna parte la troverete quanto nella santa Eucaristia, perché essa proviene dal sacrificio più grande del mondo, dal sacrificio di Gesù sulla croce”. Dall’Eucarestia attingeva le forze per affrontare ogni sacrificio. Il Beato Stepinac era consapevole che la sua vita si compiva solo nella donazione totale a Dio, e per tale ragione non aveva paura di lasciarsi oltraggiare dai nemici e dai suoi persecutori. La sua vita apparteneva a Dio e la riponeva nelle sue mani, e da Lui solamente attendeva la ricompensa e il premio, proprio come abbiamo ascoltato nella prima lettura dal libro sella Sapienza: “Le anime dei giusti, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé” (Sap 3, 1-5). Donare la vita per riaverla pienamente, proprio come ci dice il vangelo che abbiamo ascoltato: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gv 12, 24-25). Il beato Stepinac ha vissuto tutta la sua vita, senza alcun dubbio, proprio come il chicco di grano che muore e produce frutti di grazia per il mondo. Ha abbracciato fino alla fine la croce di Gesù, perché non era legato alla vita terrena ma era desideroso della vita eterna. E in questo cammino verso l’eternità beata, il nostro amato Cardinal Stepinac si è lasciato guidare dalla Vergine Maria, il terzo pilastro sul quale si fonda una vita pienamente umana e cristiana. Vediamo dai suoi stessi scritti come tutta la sua vita è stata contraddistinta dalla presenza luminosa della Vergine Maria e per sempre con Lei desidera stare: “Davanti ad essa sono stato, davanti ad essa mia madre ha pregato per me, davanti ad essa vivrò e morirò; desidero, anche da morto, giacere davanti ad essa… E non occorrerà nessun’altra luce se non questo lumino che, mentre ero bambino, accendevo davanti all’immagine della Madre di Dio”. Il Beato Stepinac si è messo sotto il manto della Madonna e a Lei affidava i suoi sacerdoti, e su di Lei li invitava a fondare tutta la loro vita sacerdotale: “Siate dunque gli apostoli della gloria di Maria, imitando S. Alfonso de’ Liguori, Luigi Maria Grignon de Monfort diventerete vincitori in questo combattimento che supera le forze umane”. Solo con l’ausilio della Madonna è possibile vincere i legacci del maligno, che tanto opprime la nostra società e in modo particolare la famiglia, secondo il progetto di Dio. Il Cardinal Stepinac era consapevole, per esperienza personale che affidare tutto alla Vergine Maria era garanzia di vittoria, e soprattutto affidarLe tutto mediante la recita del Santo Rosario, che il nostro caro Beato recitava tutti i giorni in ginocchio difronte al Santissimo Sacramento. Per tale motivo esortava il suo popolo a recitare il Rosario con queste parole: “Oh, se si recitasse diligentemente e devotamente il Rosario in tutte le famiglie cattoliche come preghiera quotidiana, svanirebbero presto tutte le tribolazioni, che oggi consumano e tormentano tante famiglie! Non esiste una via più rapida verso Gesù, verso Dio, che quella attraverso Maria, e andare a Dio vuol dire andare alla fonte della felicità”. I Santi ci dicono dunque, così come ci ha detto con la sua vita il Beato Stepinac, che per essere felici bisogna fondare tutta la nostra vita su Dio e possiamo farlo efficacemente fondandola sui tre pilastri per eccellenza, seguiti anche dal Caridnale Stepinac: Crux, Hostia et Virgo: la croce, l’Eucaristia e la Vergine Maria.
Cari amici, guardiamo con letizia alla vita del Beato Stepinac, che vedeva nella croce la strada maestra per l’eternità beata, nell’Eucaristia il cibo di grazia che sostiene il cammino, nella Vergine Maria il rifugio e il conforto per ogni passo che era chiamato a fare, soprattutto nella fatica umana della persecuzione.
Vi ringrazio per il paziente ascolto e per intercessione del Beato Alozije Stepinac e della Vergine Maria, domando al Signore per me e per ciascuno di voi e dei vostri cari di poter vivere tutta la nostra vita nel sentiero della Parola di Dio, desiderosi di essere Santi come il Padre nostro celeste è Santo. Auguri di Santità e che Dio Vi benedica e vi custodisca sempre nel suo amore. Amen!