9 febbraio 2020
Festa del beato Stepinac
Omelia
S.Em.za Luis F. Card. Ladaria
Il vangelo di questa domenica ci propone un brano del discorso di Gesù sulla montagna secondo l’evangelista Matteo. Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo. Il sale serviva e serve ancora per dar sapore ai nostri cibi. E serviva e serve ancora, anche se in misura minore, per conservare i nostri alimenti. Ma c’è una condizione indispensabile: il sale per poter dare sapore, per poter proteggere gli alimenti dalla corruzione, deve, esso stesso, conservare il sapore, non deve perdere le sue qualità, deve conservare il proprio vigore. Solo così può essere utile agli uomini. Il sale ha anche una speciale caratteristica: si nasconde nei cibi che mangiamo, non è visibile, non appare. I discepoli devono essere sale della terra, penetrarla profondamente, dare agli uomini la forza che viene della fede, magari senza apparire, ma questo non vuol dire senza efficacia. Niente è nascosto che non si debba manifestare. Quanto sale della terra nell’anonimato e nel nascondimento!
Voi siete la luce del mondo. Il sale si nasconde, ma la luce no, essa brilla; per definizione e ciò che si fa vedere e che permette che si vedano le cose che ci circondano. La luce non si deve e non si può nascondere. È fatta per brillare e per illuminare. I discepoli devono essere luce del mondo, il loro buon esempio deve illuminare gli uomini, la loro parola li deve istruire, perché possano glorificare il Padre che è nei cieli. Sale e luce, una combinazione originale e ricca di contenuti, che il Signore propone a tutti noi. Nessuno dei due elementi può mancare, i discepoli devono rendere testimonianza visibile, sempre nella consapevolezza che Dio vede anche ciò che noi non vediamo, che scruta i cuori aldilà delle apparenze, che vede nel secreto e anche nell’oscurità. Ma quando riflettiamo sui discepoli luce del mondo, ci viene subito alla mente chi è veramente la luce del mondo. Colui che ha detto ai discepoli che sono la luce del mondo ha detto anche di sé stesso: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). Egli è la luce vera che è venuta nel mondo e illumina ogni uomo. Non c’è contradizione nelle parole di Gesù. Egli è la luce, i discepoli sono la luce, però lo sono unicamente in quanto riflettono, fanno conoscere la luce vera che è Gesù, l’unica capace di illuminare il mondo e di far sì che gli uomini non camminino nelle tenebre. La luce che sono i discepoli è un riflesso, ma un vero riflesso della luce che è Cristo.
Luce e sale, ciò che si vede e ciò che non si vede, ciò che appare agli occhi degli uomini e ciò che è conosciuto soltanto da Dio si combinano sempre nella vita del cristiano e specialmente nella vita dei santi, e si trovano insieme nella vita del cardinale Alojsije Stepinac. Incominciamo con il sale. Condannato a una dura pena di carcere fu costretto a una vita di silenzio e di oscurità, soprattutto nel tempo trascorso in prigione. Ma non è questo l’unico elemento da considerare. Prima di tutto, il suo esempio e la sua testimonianza furono conosciuti in tutto il mondo. La sua luce brillava davanti agli uomini. E quando gli fu concesso di abitare nella canonica del suo paese natale, pur con le grandi restrizione a cui continuava ad essere sottomesso, ebbe l’occasione e la forza di predicare le domeniche e i giorni festivi davanti a suoi compaesani che senza dubbio hanno potuto raccogliere, da questa semina privilegiata, un enorme frutto spirituale. Durante questo tempo compose numerose omelie, quasi duecento, su diversi libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, oltre a scritti di pietà di diversa natura. Senza dimenticare le lettere, malgrado le limitazioni a cui era stato sottomesso per quanto riguardava la corrispondenza epistolare. Eli menzionava sempre Gesù quando si riferiva alla sua condanna: «Dalla condanna ingiusta di Gesù segue che, per amore di Gesù, siamo sempre pronti ad accettare la condanna da parte degli uomini…Se qualche volta gli uomini ti giudicano ingiustamente o se accade cha tu sia condannato nel tribunale per la tua fedeltà a Cristo, gioisci e rallegrati, perché Cristo patisce in te… Quel Gesù che soffriva nei milioni di santi martiri durante le persecuzioni dell’Impero romano, quel Gesù che soffre anche oggi in tutti coloro che sono perseguitati per la fede. E quando si patisce per Gesù, allora tutto diventa facile».
La luce splendeva durante il periodo dell’attività pastorale. Risplendeva la carità, con tutte le persone, senza distinzioni, risplendeva la verità del Vangelo, davanti alle ingiustizie nelle difficili circostanze politiche e sociali in cui ha vissuto. Affermò: «Tutti… senza distinzioni, hanno la stessa natura umana, composta dal corpo dall’anima immortale. Tutti hanno comune dimora. Tutto hanno un unico scopo soprannaturale, e questo è Dio, la felicità eterna di ogni essere umano». E anche: «Il nostro prossimo, comunque si chiami, non è un ingranaggio della machina dello stato…ma un è libero figlio di Dio, nostro fratello in Dio». Anche lui, come il Signore, ebbe predilezione per i bambini che soffrivano a causa della guerra e fece di tutto per aiutarli. Carità e verità, nelle parole e nelle opere, vanno insieme nella figura del nostro beato.
E accanto alla luce, anche il sale in questi anni di intensa vita pastorale: il sale della preghiera, della contemplazione, dell’adorazione del Signore nell’eucaristia. Chiediamo al Signore, per l’intercessione del Beato che celebriamo, di essere, come egli vuole, sale della terra e luce del mondo. Maria Santissima ci accompagni e ci guidi, come guidò i passi di Alojzije Stepinac tutti i giorni della sua vita fino a offrirla per Cristo.